Software as a service, SaaS, è un modello di business che si adatta molto bene alle aziende moderne. Permette loro di lavorare in maniera più flessibile e di ammortizzare diversi costi fissi. Il sistema funziona così come un importante motore della trasformazione digitale.

Anche se colleghiamo subito il nome ad alcuni programmi popolari, SaaS è un modello di business. Indica cioè una formula mediante la quale si accede alle funzionalità di un programma. La modalità è appunto quella “as a service”, come un servizio, e produce diverse conseguenze.

Il modello rappresenta un cambio radicale rispetto al classico “on premise”, che prevede l’acquisto definitivo e quindi la proprietà del software. È il sistema che è stato prevalentemente utilizzato finora, specialmente in ambito aziendale (ma anche da diverse pubbliche amministrazioni). Tuttora rappresenta lo standard in alcuni settori.

Molte cose sono cambiate, specialmente negli ultimi anni, e quando si parla di trasformazione digitale il modello SaaS è spesso parte in causa. Vediamo allora perché e come il modello as-a-service e la trasformazione digitale si sostengono a vicenda.

SOMMARIO

Il modello di business SaaS e la servitizzazione

“La servitization segna il passaggio da un’economia di prodotto a un’economia di servizi e di esperienze fruibili mediante interfacce fisiche e digitali.” [Econom]

Il modello “as-a-service” è un fenomeno di lungo corso che abbiamo visto crescere negli anni. E che probabilmente sarà il modello di business con cui dovremo fare i conti anche nel futuro. Si basa su quella che appunto viene chiamata “servitization”: una sorta di sharing economy applicata al mondo produttivo.

La servitizzazione è quella che “trasforma la vendita di beni o prodotti in vendita di servizi”. Così chi acquista, invece di accaparrarsi un bene, lo noleggia per utilizzarlo solo il tempo necessario. Chi vende ne ottiene un rapporto con l’acquirente più stabile e continuativo, oltre che più vantaggioso nel lungo periodo.

I servizi di mobilità condivisa, di condivisione dei luoghi di lavoro, e più specificamente le app per la produttività fruite nella formula software-as-a-service, sono esempi di questo modello. In particolare i programmi SaaS permettono a chi li utilizza di portare a termine i compiti richiesti senza farsi carico dell’acquisto di licenze, dell’installazione, della configurazione e della manutenzione.

Il vantaggio è notevole in termini di costi ed efficienza. Naturalmente a patto di usare il giusto servizio e nella maniera più adatta, come vedremo più avanti. Del resto, una transizione al modello SaaS non è una soluzione che si può adottare da un giorno all’altro, anzi.

In molti casi, c’è bisogno di un ripensamento complessivo del ruolo e dell’operatività aziendale. Un processo che richiede tempo per mettere a punto nuovi schemi di produttività, oltre che per adattare il programma alla propria situazione particolare. In sostanza, il passaggio a un sistema SaaS è un motore importante di trasformazione.
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La trasformazione digitale

Cambia il modo di lavorare, il tempo da dedicare alle operazioni e il rapporto con gli interlocutori. Allo stesso modo devono cambiare gli strumenti da utilizzare per gestire le operazioni. Il modello “as a service” e in particolare la formula SaaS rende disponibili questi strumenti.

La trasformazione digitale è un processo complesso, che produce conseguenze molto positive e molto negative. Tra le prime la possibilità per le aziende di ottimizzare risorse e investimenti, e di misurare con estrema precisione l’efficacia dei processi produttivi. Tra le seconde, sicuramente una drastica riduzione della forza lavoro, una competitività ancora più accesa, la necessità di aggiornare continuamente le competenze aziendali.

La sfida quindi è capire come rispondere alle nuove esigenze. Perché il punto non è se avviare un processo di digitalizzazione aziendale, ma piuttosto come farlo. Da questo punto di vista, allora, sistemi “as a service” e SaaS possono non essere sempre i più adatti alla situazione, ma offrono una risposta efficace alle nuove esigenze dell’economia 4.0.

In particolare, realizzano quella struttura agile dell’azienda che le consente di muoversi con rapidità ed estrema flessibilità alle richieste del mercato. Ed è questo il nuovo scenario con cui bisognerà fare i conti sempre più spesso nei prossimi anni.

Vedi anche: Quali professioni digitali per la Digital Transformation

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Un metodo di lavoro agile e gli strumenti per attuarlo

Niente di nuovo sotto il sole. Almeno dagli anni ’80 i processi aziendali seguono o provano a seguire i principi del lean thinking. Il modello di business 4.0, e quindi l’economia “as a service”, può allora rappresentare una attuazione di tali principi su più larga scala.

Quindi un modello di economia che si basa su tempi di reazione ridotti, sulla centralità del consumatore e su un’offerta on demand. In questo contesto, le aziende rispondono a precise richieste più che proporre loro beni e servizi.

Il modello “as-a-service” lavora nei due versi per attuare la trasformazione digitale: offre alle aziende strumenti operativi molto snelli e flessibili. Offre ai consumatori soluzioni puntuali ed efficaci ai loro bisogni. Si possono fare diversi esempi di economia “as-a-service” per il campo B2C, dalle app di mobilità condivisa ai servizi di affitto immediato stile Air BnB.

Quello che è chiaro è che il modello calza a pennello con lo scenario economico dei nostri anni. Se vogliamo trovare tre punti qualificanti, sono:

  1. accesso ovunque;
  2. tecnologia leggera;
  3. mass customisation.

Vuol dire che:

1.ci si aspetta di poter svolgere i propri compiti o soddisfare le proprie esigenze indipendentemente dal luogo in cui ci si trova.
2.alla tecnologia è richiesto di essere motore di semplificazione, e quindi di facile accesso e semplice utilizzo.
3.domanda e offerta vengono negoziate in un approccio quasi uno-a-uno. Quello cioè per cui chi acquista può scegliere esattamente le cose di cui ha bisogno, e chi vende riesce a fornirle con estrema precisione.

Vedi anche: Lean manufacturing
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SaaS: vantaggi e svantaggi. Applicazioni pratiche

Il Software as a Service come sistema incorpora questi tre punti in modo calzante. E ciò nonostante non sia la soluzione perfetta sempre. Anzi, ci sono diverse incognite e situazioni per le quali può essere più indicato il ricorso a software meglio localizzabili e personalizzabili.

In questo senso il modello è perfetto per startup o aziende in fase di rodaggio. A queste permette di avviare e consolidare il business con costi ridotti e buoni standard di qualità.

Per chi ha invece una infrastruttura già definita, il passaggio ai servizi cloud, o agli strumenti di produttività condivisa non è sempre indolore e richiede molta attenzione.

Il modello di business SaaS è complesso, e in alcuni campi proporre servizi in abbonamento è più complicato. Per esempio perché implica cedere il controllo su campi delicati come i dati. Oppure perché richiede un accesso tramite Internet stabile e costante, che non può essere sempre garantito.

D’altra parte, molte aziende sperimentano anzi una significativa riduzione dei costi dopo l’adozione di simili sistemi. Ancora più importante, la transizione ai SaaS induce una sorta di reazione a catena: il primo passo verso l’innovazione ne produce altri nella stessa direzione, fino a una digital transformation più completa e radicale.

È quello che è successo a molti giganti della produttività da ufficio, da Microsoft in poi. Un caso eclatante è per esempio quello di Adobe, che ha gradualmente trasformato i suoi prodotti best seller, a partire da Photoshop, in app da fruire come SaaS. Una transizione al modello as a service che non è stata senza difficoltà, ma che ha portato il numero di utenti che hanno sottoscritto il servizio al triplo di quelli precedentemente raggiunti.

Come il modello SaaS agevola la transizione digitale

I vantaggi del modello SaaS per la digitalizzazione avanzata in azienda

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La trasformazione digitale passa anche per il SaaS

Insomma, per quanto riguarda i servizi, la transizione al modello SaaS sembra ormai irreversibile. È un sistema che offre tutto quanto serve oggi a un’azienda: elasticità di movimenti, capacità di adattamento e ottimizzazione dei costi.

Se si guarda alla tecnologia digitale, è evidente come il modello “as a service” sia un motore importante di trasformazione. La direzione è verso quella smaterializzazione che consente alle aziende di alleggerire costi e impegno nella manutenzione di una infrastruttura operativa. Per esempio: server per archiviare dati e processi, postazioni fisse, personale per il monitoraggio della Rete.

È qui che esternalizzare offre le opportunità maggiori, perché permette di contare su strumenti operativi efficienti, aggiornati e indipendenti dalla postazione. Una soluzione del genere è per esempio quella offerta da Iperius, la nostra suite per il backup e l’archiviazione sicura dei dati, che con la sua Console permette di operare da remoto e con funzionalità di Managed Service Provider.

Scopri di più: Iperius Console per la gestione centralizzata dei backup da remoto

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