Lean manufacturing

È dagli anni ’90 che in Occidente si inizia a parlare di lean manufacturing, o produzione snella. Un termine che rimanda ai cambiamenti intrapresi da molte industrie americane ed europee, con l’obiettivo di adottare il modello produttivo alla base del successo della Toyota. Un modello che supera l’organizzazione taylorista-fordista e che ha come massimo principio ispiratore la riduzione degli sprechi.
Oggi si torna a parlare di lean manufacturing (o lean production) in relazione all’industria 4.0. L’arrivo della quarta rivoluzione industriale pone il mondo manifatturiero di fronte a nuove sfide, in primis quella dell’integrazione tra la metodologia lean e le tecnologie alla base dell’industria 4.0.

Cosa significa Lean manufacturing

Il Lean Manufacturing si basa su una filosofia di miglioramento continuo, nota in Giappone come Kaizen – Kai significa cambiamento, Zen significa migliore – e applicata nello stesso paese del Sol levante al sistema produttivo della Toyota (TPS, Toyota Production System). Le sue origini risalgono ai primi anni della Toyota e il TPS fu ideato dopo la sconfitta del Giappone nella seconda guerra mondiale. In quel periodo la casa automobilistica giapponese stava cercando una soluzione per competere con l’industria americana, che dalla sua aveva una rete di infrastrutture più sviluppata.
Fu quindi ideato un approccio che oggi chiamiamo di lean management, che implementa metodi produttivi che da un lato migliorano la qualità dell’ambiente di lavoro – compresa la sicurezza e il morale dei lavoratori – e dall’altro riducono i costi e gli sprechi. In apparenza questo approccio non è esclusivo della Toyota e del Giappone, ma quello che lo ha reso unico e particolarmente efficiente è la sua maniacale attenzione all’eliminazione degli sprechi da tutte le fasi del processo produttivo.

Produzione snella e industria 4.0: come evitare gli sprechi

La produzione snella definisce sprechi come ogni dispendio di risorse che non crea valore aggiunto per il cliente. Sono stati individuati sette principali tipi di spreco:
– sovrapproduzione rispetto a quanto pianificato.
– Tempi di attesa non necessari (per macchine e operatori).
– Trasporti non necessari.
– Sprechi nel processo produttivo (eccesso di attività).
– Eccessi di stock di magazzino.
– Movimenti che non creano valore aggiunto.
– Difetti nella qualità del prodotto.
Questi sono i principi che hanno definito il successo della lean production e che possono adesso integrarsi con le tecnologie alla base dell’industria 4.0. La digitalizzazione della produzione rende disponibili ad esempio grandi quantità di dati, che possono essere continuamente monitorati, interpretati e utilizzati per individuare gli sprechi e porre in essere azioni correttive volte ad eliminarli.
I big data aiutano quindi a individuare più facilmente e velocemente gli sprechi, ma il tutto diventa più efficiente quando le macchine sono interconnesse tra loro (internet of things) e la presenza umana è ridotta al minimo. Nell’ottica dell’industria 4.0, le macchine sono interconnesse tra loro e se i dati rivelano la presenza di sprechi, le macchine stesse – entro certi limiti – sono in grado di autoregolarsi e minimizzare lo spreco. La presenza umana, quando necessaria, è inoltre più rapida ed efficiente che in passato: l’utilizzo di sistemi cloud (digitali) per condividere i dati rende più rapidi gli interventi e i cambiamenti nei processi. La stessa documentazione cartacea, in passato, ha reso più difficili i cambiamenti dei processi produttivi.
La manutenzione delle macchine – che rende più efficiente la produzione – è più snella e automatizzata con l’industria 4.0. La manutenzione è quasi totalmente automatizzata, sia a livello di interventi, sia di monitoraggio e programmazione; l’intervento umano è ridotto al minimo indispensabile, riducendo i costi e gli sprechi.
Non ultimo, l’utilizzo della realtà virtuale in fase di progettazione rende possibile testare scenari in fase di progettazione, mentre la stampa 3D consente di creare rapidamente prototipi da testare. Le tecnologie alla base dell’industria 4.0 aiutano quindi nella riduzione degli sprechi in ogni fase produttiva.

Lean manager chi é e cosa fa?

L’adozione di tecnologie dell’industria 4.0 è alla base della riduzione degli sprechi, ma queste non bastano. Occorre applicare i principi del lean management. Per questo molte società, prima ancora che di tecnologie, si dotano di un Lean Manager.
Il lean manager (o Lean Manufacturing Manager) è quella figura professionale che individua – sulla base dei principi della produzione snella – tutti quegli aspetti del processo produttivo che non generano valore. Il lean manager individua quindi le inefficienze e pianifica attività, soluzioni tecnologiche e di processo in grado di minimizzare ogni forma di spreco.
Il lean manager è di norma un ingegnere, ma il suo apporto non è unicamente di tipo tecnico-gestionale. È importante che riesca a coinvolgere le persone nel suo lavoro, ispirato alla filosofia kaizen, volta al miglioramento continuo. Anche nel Toyota Production System, l’obiettivo non è solo quello di ridurre gli sprechi, ma anche di creare un ambiente lavorativo migliore per le persone. Il lean manager deve essere quindi in grado di creare un ambiente umano adatto al lavoro di squadra e di migliorare la soddisfazione dei clienti dell’azienda.

Perché adottare il lean management per la tua azienda

Riduzione degli sprechi, maggiore efficienza, lavoro di squadra: sono tutti vantaggi del lean management, buoni motivi per adottarlo in qualsiasi azienda. Vantaggi che portano in una stessa direzione: maggiore competitività sui mercati.
Con i mercati e la concorrenza globalizzati, la riduzione degli sprechi e l’abbattimento dei costi inutili sono basi necessarie e ormai imprescindibili per una azienda che vuole competere e progettare il suo futuro. La filosofia kaizen aiuta inoltre alla formazione di un ambiente lavorativo e umano migliore, sempre teso al cambiamento.

Conclusioni

In Italia – ma anche in altri paesi occidentali – in molte aziende non è stato ancora adottato il lean manufacturing, nonostante sia stato sdoganato in Occidente da Womack e Jones, nell’ormai lontano (tecnologicamente parlando) 1991.
L’arrivo della quarta rivoluzione industriale ha creato la condizione ideale per riorganizzare le aziende manifatturiere. Il momento è propizio per tutte quelle imprese italiane che non vogliono perdere il treno dell’innovazione, rinnovandosi con la lean production e l’industria 4.0.