I processi produttivi nelle aziende moderne sviluppano quantità enormi di dati. L’esigenza di spazi di archiviazione capienti e sicuri è quindi reale, e per questo motivo il mercato dei data center e dei servizi di cloud storage è in piena salute. In particolare, cresce l’esigenza di soluzioni locali per la gestione dei dati aziendali, come alternativa ai grandi archivi digitali decentralizzati. Vediamo perché.

SOMMARIO

Backup, archiviazione e operatività mobile

Quando si parla di dati aziendali si intendono generalmente i file, le cartelle e, insomma, i documenti generati in corso d’opera. In questo senso, una prima distinzione quando si parla di spazio per la gestione dati è tra backup, archiviazione e operatività. Che equivale in sostanza alle risposte alle seguenti domande:

  • Dove vado a recuperare file di ripristino e storico della mia azienda?
  • Dove tengo l’archivio digitale della mia attività e come proteggo i dati sensibili?
  • Come posso operare in mobilità e risparmiare risorse preziose?

Nel caso di backup e archiviazione, avranno particolare importanza gli aspetti di sicurezza e privacy, mentre per quanto riguarda l’operatività mobile sarà importante valutare l’efficienza e la reattività della soluzione scelta. Nello specifico, il trattamento dei dati digitali è soggetto a un sistema normativo complesso e, purtroppo, non uniforme nei diversi Paesi.
Se l’azienda decide dunque di tenere i suoi dati o il loro backup in un server esterno, dovrà assicurarsi che questo offra sufficienti tutele in materia di protezione dei dati e privacy, e nel caso il server risieda materialmente in un altro Paese, che rispetti la legislazione cui l’azienda si uniforma. Per quanto riguarda l’Unione Europea, la normativa in vigore in materia di tutela dei dati è la GDPR, ma diversi Paesi extraeuropei non sono tenuti a rispettarla. Questo è tra l’altro uno dei motivi per cui diverse aziende preferiscono ancora tenere tutto ciò che riguarda la loro attività su server proprietari e gestirli direttamente.
Simile modello di gestione in-house ha però i suoi problemi. In primo luogo economici, perché avere i propri server aziendali comporta costi di manutenzione, aggiornamento e controllo importanti. Parlando di produttività, poi, il modello moderno di azienda presuppone un sistema mobile e decentrato di lavoro, che rende in molti casi più efficienti le soluzioni basate sul cloud.
Ci sono dunque fondati motivi per affidarsi a servizi esterni tanto per tenere al sicuro i propri dati quanto per gestire la propria infrastruttura produttiva. D’altra parte, l’outsourcing di dati e processi è un’operazione molto delicata e potenzialmente pericolosa se non svolta nella giusta maniera.
Come orientarsi dunque nella scelta? Scegliere il provider più conveniente economicamente non è l’opzione migliore, perché gli svantaggi sul lungo termine supereranno nella maggior parte dei casi i vantaggi a breve termine legati al risparmio economico. Al tempo stesso, soluzioni più sofisticate possono risultare difficili da maneggiare o controproducenti se non si adattano alle esigenze dell’azienda.
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La protezione dei dati e dei processi e la questione delle norme

Relativamente alle soluzioni di backup, la protezione dei dati è il primo ma non unico criterio da tenere in considerazione nella scelta di un data provider. Altri fattori da considerare includono:

  • la continuità di accesso ai dati;
  • la velocità di trasferimento;
  • la disponibilità di spazio aggiuntivo;
  • l’architettura software utilizzata dal servizio.

Continuità nell’accesso e velocità di trasferimento: sono importanti soprattutto quando qualcosa va storto in azienda. Manomissione o perdita di dati, guasti all’infrastruttura aziendale: in situazioni del genere deve essere possibile recuperare il backup o effettuare nuove copie con la massima velocità e in qualsiasi momento.
La disponibilità di spazio aggiuntivo: i processi aziendali sono in continua evoluzione e così l’utilizzo dei dati. Le esigenze attuali di un’azienda potrebbero non corrispondere a quelle future, ed è bene considerare anche la scalabilità delle risorse quando si sceglie un provider. Cioè la possibilità di aumentare in modo indolore lo spazio a disposizione senza dover cambiare server, architettura o spendere una fortuna.
L’architettura informatica su cui poggia il servizio, infine, è un altro fattore importante. Problemi di compatibilità, accesso limitato, perdita o peggio corruzione dei dati nel processo di trasferimento sono potenzialmente distruttivi e vanno evitati assolutamente. Ancora, l’utilizzo di protocolli sicuri per il trasferimento dati, la possibilità di gestire più processi su diversi sistemi, la neutralità dell’architettura rispetto alle infrastrutture con le quali interagisce sono fattori preziosi per il buon funzionamento del tutto.
Oltre a questi, e altri, elementi da considerare, è innegabile che il principale fattore in gioco è la sicurezza dei dati aziendali in archivio. Questo non solo per tutelare l’azienda e assicurarle la piena operatività, ma anche per tenerla al riparo da grane legali. La gestione della privacy è infatti un tema molto delicato, e assicurare che non ci si siano data leaks o esposizioni indesiderate di dati sensibili, per esempio del proprio portafoglio clienti, è imperativo.
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I vantaggi di data e cloud center locali

Proprio le maggiori garanzie in tema di privacy spingono molti a preferire data provider locali. È un argomento che riguarda tanto le soluzioni di backup e archiviazione quanto quelle di cloud computing. In quest’ultimo caso, in effetti, l’accesso ai dati e il loro utilizzo è continuo e intenso, e più elevate le probabilità di manomissione se il cloud è esposto a rischi. Fondamentale dunque che dati e informazioni sensibili siano trattati in conformità con le norme seguite dall’azienda e, come si accennava in precedenza, con gli standard imposti dalla GDPR.
Un punto a favore quindi dei data provider che risiedono sul suolo italiano o in Unione Europea, ma non l’unico. I provider “di prossimità” possono risultare più convenienti anche in termini di affidabilità e stabilità.
Un fattore da tenere presente è per esempio la più rapida assistenza che possono offrire in caso di aggiornamenti o interventi di manutenzione. È un tema particolarmente importante per le aziende che scelgono il sistema della colocation (o housing): trasferiscono cioè materialmente i propri server in un data center esterno, che offre loro un’infrastruttura più efficiente e meno costosa da mantenere.
Molto importante è poi la questione dei tempi di latenza, a parità di infrastruttura minore quanto più ridotta è la distanza tra i nodi in comunicazione. La latenza, ovvero il tempo necessario al trasferimento dei dati, è un elemento essenziale quando si opera in cloud, ma decisivo anche nella gestione di backup e archivi. Quando infatti i volumi delle informazioni da trasferire aumentano, anche tempi apparentemente minimi possono incidere in modo significativo sull’operatività aziendale.
Ancora più importante è infine la strategia locale quando si parla di Industrial Internet of Things. La mole di dati generata dai macchinari smart di nuova generazione e, soprattutto, la necessità di una continua elaborazione degli stessi rendono decisamente scomoda l’archiviazione su server distanti. Questo perché sia i tempi di latenza, sia i costi da sostenere, sono troppo alti per far funzionare correttamente il sistema.
Il cosiddetto Edge Computing si sviluppa allora proprio con la connessione e il coordinamento di micro data center locali, su scala regionale. La latenza si riduce, il consumo di banda anche e i dati sono effettivamente sempre a disposizione per l’elaborazione, l’aggiornamento e l’archiviazione.

Vedi anche: Cos’è il cloud computing: vantaggi e svantaggi per le imprese
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Il sistema di data center italiani

In Italia esiste un numero indefinito di centri elaborazione dati, secondo alcune stime superiore ai 10 000. Questo perché, come si diceva, è ancora forte la tendenza a gestire in proprio archivi e processi e, quindi, molte aziende si affidano a propri centri di trattamento dati. Se si considerano invece i data center puri, ovvero quelli esclusivamente dedicati al salvataggio e conservazione dei dati aziendali, il numero scende a poco più di 70. Una fonte autorevole in materia è il database di Data Center Map, che mappa i servizi di storage su scala globale.
La relativa concentrazione di tali centri sul nostro territorio è una conseguenza sia di scelte strategiche sia di un effettivo ritardo nell’approccio ai temi del data storage. Rispetto agli altri Paesi della UE, l’Italia si posiziona per esempio ben dietro Francia e Germania, più vicina alla Spagna e sopra Portogallo, Grecia e Svezia. L’area milanese è quella con la più alta concentrazione sul nostro territorio.
Le grandi strutture di storage, per essere davvero affidabili, devono soddisfare requisiti di gestione schematizzati in livelli di Tier. Lo standard più elevato è il Tier V, che però è esclusivo appannaggio delle strutture militari. Per l’operatività normale, invece, un Tier IV è tale da garantire un tasso di continuità pari al 99,995% annuale, ovvero un’interruzione del servizio per circa 15 minuti l’anno.
Oltre ciò, la corretta gestione di un data center impone investimenti importanti nella sicurezza, non solo dei dati ma anche della struttura (per questo l’accesso fisico è strettamente regolamentato). Inoltre, molto importante è anche il consumo energetico di strutture del genere, che impongono scelte complesse per mantenerlo sotto controllo.
Proprio l’elevato fabbisogno energetico dei grandi server spinge non solo le aziende, ma molti data provider a inserire in colocation i propri servizi all’interno dei grandi data center. Anche il posizionamento geografico di questi centri deve essere strategico: possibilmente vicino a fonti di energia, sufficientemente protetto in caso di calamità naturali, strategicamente disposto sulle grandi dorsali di connessione informatica. Alcuni data center, allora, si trovano in posti davvero bizzarri.

Mappa dei data center italiani

Una mappa dei data center “puri” sul territorio nazionale. Fonte: www.datacentermap.com

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Un caso concreto: Iperius Backup

Enter Software sviluppa una suite per la gestione dei backup, Iperius, in grado di operare su diverse architetture e gestire il trasferimento dei pacchetti su server, cloud o supporti fisici. Il lavoro con Iperius, e la diffusione del programma, ci hanno permesso di avere un’esperienza concreta in merito alle scelte di archiviazione sopra descritte. Grazie a questa esperienza abbiamo individuato le nostre priorità nella gestione di un progetto di backup:

  • compliance delle norme sulla protezione dei dati;
  • duttilità dell’infrastruttura;
  • continuità del servizio;
  • disponibilità di supporto e assistenza.

Si tratta di fattori che spingono a ricercare opportunità di partnership sul territorio nazionale. Per questo abbiamo avviato una collaborazione con uno tra i primi cloud provider italiani, ReeVo, oggi attivo con un’ampia gamma di soluzioni per la gestione di dati e processi. In particolare, ReeVo opera con propri cloud center, ospitati però sul territorio nazionale (in 3 data center) e quindi in grado di dare una risposta più soddisfacente alle nostre esigenze.
Infatti:

  1. Un provider concretamente localizzato in Italia ci offre maggiori garanzie sull’adeguamento agli standard legislativi che siamo tenuti a rispettare.
  2. L’infrastruttura, e la continuità del servizio, sono meno soggetti a fattori quali i tempi di latenza e la disponibilità di banda.
  3. Supporto e assistenza sono in linea di massima meglio gestiti se si opera allo stesso fuso orario.

Naturalmente, un data provider, anche se più prossimo geograficamente, deve comunque essere all’altezza degli standard internazionali. Da questo punto di vista il trasferimento dati su ReeVo viene svolto via protocollo S3, che garantisce adeguati livelli di protezione. L’approccio local può insomma risultare più efficace, ma a patto di mantenere adeguati standard qualitativi e di affidabilità.
In generale, una strategia locale per salvare i dati aziendali sembra destinata a imporsi nel prossimo futuro, ed è bene farsi trovare preparati. Una soluzione più prossima all’azienda può infatti offrire gli stessi livelli di efficienza ma maggiori garanzie e, fattore non trascurabile, un impatto ambientale minore.

Vedi anche:
Data center: cosa sono, sicurezza e come scegliere un data center in Italia |
Protezione dei dati aziendali e backup: 5 consigli utili

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