Tra i vari kpi il lead time, in italiano traducibile come “tempo di attraversamento”, è fondamentale per un’azienda perché la aiuta a valutare l’efficacia di un processo.

Che lo si consideri dal punto di vista dell’esecutore materiale di questo processo, o invece da quello di chi fruisce dei suoi risultati, il lead time fornisce comunque informazioni fondamentali. Nel primo caso aiuta infatti a pianificare le operazioni necessarie e a valutarne la redditività e i margini di ottimizzazione. Nel secondo offre una stima attendibile della disponibilità di un prodotto e, allo stesso modo, consente di valutare se le tempistiche sono accettabili o meno.

Come si può vedere, in un contesto produttivo il lead time dipende da più elementi e chiama in causa il funzionamento dell’intera supply chain. Conoscere il tempo di attraversamento di un processo, dunque, è il primo passo da compiere per valutare se questo processo dà risultati accettabili o può essere invece ottimizzato.

Il digitale, e le piattaforme di gestione e pianificazione aziendale, permettono di monitorare il lead time di produzione e ottimizzare i processi così da diminuirne i valori. In un’economia globale orientata ai principi del just-in-time e della produzione on-demand, ridurre i tempi fa quindi guadagnare un importante vantaggio competitivo.

SOMMARIO

Una variabile impazzita: l’aumento globale del lead time

Secondo dati citati da Supply Chain Dive, il lead time di molti componenti di elettronica è passato negli ultimi mesi dalle 16 settimane a più di 52 (dati del Giugno 2021). Ancora, il tempo di consegna medio per molti materiali usati nel manufatturiero è passato dai 42 ai 45 giorni.

Sono dati relativi al mercato US, ma trovano ampia corrispondenza in ciò che accade in Europa e in Italia. Testimoniano una difficoltà a livello globale di reperire materie prime, che a cascata incide in negativo sul tempo di produzione medio e di consegna di molti prodotti. Più evidente in alcuni settori, per esempio l’elettronica o l’automotive, ma ben presente anche in altri.

Una situazione del genere ci offre una dimostrazione fattuale di come il lead time misura il funzionamento di una supply chain. La supply chain ha per definizione una struttura fortemente connessa: tempi più alti di attraversamento in un anello della catena provocano un tempo di risposta maggiore anche negli altri . La conseguenza è che oggi intere filiere a livello globale sono in difficoltà e che, come evidente conseguenza, i lead time si allungano.

Se il problema è in fase di approvvigionamento, si potrebbe risolvere accumulando scorte, come si è spesso fatto, ma l’overstocking non risolve molto. Più efficace, nel lungo periodo, risulta invece attivarsi per efficientare il processo di fornitura. Per esempio con strategie di risk management adeguate, che assicurino la continuità produttiva diversificando le fonti e facendo fronte a diversi scenari di rischio.

Le attuali difficoltà, e il dilatarsi del tempo che intercorre per completare molti processi, sono in un certo senso fuori dalla portata della singola azienda. Più utile è invece considerare i processi concreti su cui si ha controllo e su questi fare un’analisi accurata.

Vedi anche: Supply chain. Definizione e significato del supply chain management
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Lead time, cycle time, takt time

Più nello specifico, prima di esaminare le possibili applicazioni del lead time, meglio fare qualche precisazione. Esistono infatti diversi modi per calcolare i tempi di esecuzione di un processo e termini, utilizzati spesso come sinonimi, che tali non sono. In particolare, è utile distinguere tra lead time, cycle time e takt time.

Lead time

Il lead time calcola il tempo di attraversamento totale di un processo, nel nostro caso quello che intercorre tra la ricezione di un ordine per un determinato prodotto e la consegna del prodotto finito al suo acquirente. Come si intuisce, è un processo che si sviluppa in più fasi, sommariamente:

  • l’elaborazione dell’ordine;
  • la verifica delle disponibilità e l’approvvigionamento dei materiali necessari, se non presenti;
  • il ciclo di lavorazione vero e proprio;
  • il confezionamento del prodotto finito;
  • la preparazione e l’invio a destinazione.

Nel calcolare il lead time dunque si sommano diverse tempistiche, come quelle per i processi di approvvigionamento, lavorazione e spedizione.

Cycle time

Il cycle time è invece una variabile più specifica del processo produttivo. Individua infatti il tempo di esecuzione di un ciclo di lavorazione: schematicamente, quanto ci vuole per reperire i materiali, assemblarli e comporre il prodotto finito.
Al valore finale del cycle time concorrono altri tipi di variabili, per esempio:

  • la capacità produttiva dei macchinari;
  • i periodi di fermo macchine e manutenzione;
  • il tempo necessario a movimentare i materiali lungo la linea di produzione;
  • l’esecuzione di controlli e cicli di collaudo.

Takt time

Infine, con il takt time (takt dal tedesco per ritmo) si individua un parametro ancora più mirato, nello specifico il ritmo di produzione che un’azienda deve tenere per completare un processo nei tempi stabiliti.

Se per esempio si è concordata la consegna di 160 componenti per automobili entro 15 giorni, il takt time sarà calcolato considerando i giorni in cui effettivamente si sarà operativi e il tempo che si potrà dedicare al processo. Con 8 ore al giorno per 10 giorni lavorativi, l’azienda dovrà produrre 2 componenti ogni ora per rispettare la consegna. 2/h sarà dunque il takt time di questo processo.

Vedi anche: I KPI aziendali per valutare progetti e risultati
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Dove intervenire per ottimizzare il lead time

Capire le differenze tra questi tre fondamentali KPI serve a comprendere meglio come usarli. Come, in particolare, monitorare lead time e cycle time per valutare l’efficacia di un processo e intervenire a migliorarla.

Per riprendere il caso citato all’inizio, il lead time di un processo può non corrispondere a quello preventivato per questioni indipendenti dal nostro operato. Misurare tutti gli elementi che concorrono a formare il valore ottimale, e lo scostamento rispetto a questo, ci permette almeno di circoscrivere meglio il problema e le sue cause.

Il lead time è un buon KPI di efficienza se lo si calcola con precisione, mappando un processo in tutte le sue fasi. Per agevolare questa analisi sono di grande utilità i sistemi digitali di gestione aziendale, che aiutano a standardizzare e monitorare oggettivamente dati e operazioni. Digitalizzando le operazioni di fornitura, per esempio, possiamo avere una stima esatta del tempo di approvvigionamento di ogni materiale e, così, rispettare una consegna con puntualità.

Le piattaforme di gestione digitale della supply chain possono quindi utilizzare il lead time per ottimizzare i processi aziendali: aiutano a calcolarlo con precisione, a pianificare le operazioni di conseguenza e quindi a monitorarlo in fase di produzione.

Vedi anche: Vendor rating. Un modello di valutazione fornitori
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Gli strumenti: ERP per il cumulative lead time, MES per il cycle time

Due strumenti digitali, in particolare, possono utilizzare proficuamente i parametri di lead e cycle time per ottimizzare i processi produttivi.

  1. Enterprise Resource Planning. L’ERP monitora attivamente il cumulative lead time, controllando tutti gli anelli della supply chain e ottimizzandone i processi.
  2. Manufacturing Execution System. Uno strumento di gestione digitale specifico per le operazioni a livello di plant floor. Il MES è concepito per digitalizzare l’esecuzione di un processo produttivo, e in questo senso riesce sia a definire con precisione un cycle time, sia ad ottimizzarlo.

Monitoraggio ed efficientamento, dunque.

In un contesto di produzione agile, il MES controlla processi e risorse coinvolti in un ciclo di lavorazione. Permette così di ridurre ridondanze, automatizzare i passaggi più ripetitivi, organizzare meglio l’uso delle risorse. Grazie al MES, allora, si può concretamente ottimizzare il cycle time, e ciò consente a sua volta di ridurre il lead time.

Un processo di manufacturing è complesso e coinvolge più elementi e attori: controllare tutti i passaggi con un efficiente sistema di gestione è il primo passo per migliorarne l’esecuzione. A livelli diversi, ERP e MES consentono di farlo, e in questo modo aiutano a ottimizzare costi e tempi di esecuzione.

In questo senso, le soluzioni sviluppate da Enter per la gestione dei processi aziendali consentono di ottenere questi risultati. Sistemi ERP e MES realizzati con un’elevata specificità di settore, che prevedono un monitoraggio continuo dei principali KPI di efficienza. Inoltre, agevolano l’integrazione di tutti le fasi di un processo produttivo in un workflow improntato alla massima efficienza.

Scopri di più: Il MES per il controllo e l’efficientamento della produzione industriale
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