O di come favorire il passaggio a un modello di fabbrica intelligente, smart factory appunto, sfruttando tutte le opportunità a disposizione.

I prossimi anni saranno un periodo di forte trasformazione per il nostro sistema produttivo. Molti processi sono già in atto da tempo ma, dopo una grave crisi globale come quella del 20-21, si va incontro a un’accelerazione.

Come sempre, la crisi è anche un’opportunità per ripensare modelli di sviluppo ormai non adeguati e adattarli al nuovo scenario. Per chi lavora nel settore manifatturiero, ciò vuol dire fare i conti con un mercato in cui la competizione si gioca spesso sulla riduzione del lead time e l’incremento dell’on demand.

Il nuovo paradigma diventa così quello della smart factory, o fabbrica intelligente. Un’idea di azienda che ha tra i punti qualificanti l’utilizzo sistematico delle tecnologie digitali, l’impiego strategico dei big data e l’integrazione della filiera produttiva in un sistema aperto e iperefficiente.

SOMMARIO

Come funziona la smart factory

Per alcuni la fabbrica intelligente è un punto d’arrivo, per altri una realtà concreta: basta guardare a settori come l’automotive o il farmaceutico.

In questo senso, c’è uno studio molto interessante di IoT Analytics. Mostra come il modello della smart factory abbia favorito l’accelerazione nella messa a punto del vaccino Moderna contro il Covid-19.

Questo, tra l’altro, grazie all’impiego di strumenti sofisticati di analisi basati sull’intelligenza artificiale, per ottimizzare il processo di sequenziamento. O con l’adozione di tecnologie come quella del digital twin, per simulare e portare avanti in parallelo più fasi del processo di sviluppo. Il risultato concreto è stato quello di abbattere i tempi di testing e messa in produzione di un procedimento estremamente complesso, laborioso e lungo.

I vantaggi di questo modello si osservano in casi eclatanti come questo, ma anche in situazioni a meno elevato coefficiente di complessità. I concetti di base della smart factory possono infatti essere applicati in tutti i settori e per aziende di qualsiasi dimensione. Tra questi:

  • l’interconnessione tra i diversi settori dell’azienda e tra questa e gli interlocutori esterni;
  • il tracciamento capillare della supply chain e dei suoi elementi;
  • il flusso bidirezionale di dati e informazioni tra plant floor e shop floor;
  • la produzione flessibile e cost-effective anche per piccoli quantitativi.

Se questi sono i capisaldi di una fabbrica intelligente, per metterli in pratica serve una digitalizzazione massiccia. La smart factory utilizza infatti proprio le tecnologie digitali per creare un sistema coerente, interconnesso e ad elevata automazione.

Per le aziende abituate a operare con sistemi non aggiornati, un processo di digitalizzazione e ammodernamento richiede investimenti consistenti. Si tratta di risorse che offrono comunque un ritorno importante e spesso a breve termine, ma che comunque vanno messe in gioco. Alcuni provvedimenti e politiche di indirizzo aiutano chi vuole intraprendere questo percorso di innovazione.
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Industria 4.0, bando Fabbrica intelligente, PNRR

Secondo un recente studio di un osservatorio di settore come il MECSPE , il 27% delle imprese italiane ha accelerato gli investimenti in digitalizzazione a causa della pandemia. Lockdown e chiusure sono dunque state eventi spartiacque, con conseguenze catastrofiche per molti e che però hanno anche messo in moto delle reazioni virtuose.

Del resto, quanto successo nel biennio 2020-21 non ha fatto che accelerare, appunto, un processo già attivo da anni e in parte supportato anche da incentivi e provvedimenti governativi. Interventi di politica industriale organici come il piano Industria 4.0, poi Impresa 4.0 e quindi Transizione 4.0. Queste e altre misure hanno consentito a diverse aziende del nostro territorio di investire in ricerca industriale e sviluppo accedendo a finanziamenti agevolati e altre forme di incentivo.

Il contributo è stato erogato come credito d’imposta o come finanziamento a fondo perduto, e sembra essere stato apprezzato se è vero che i fondi stanziati sono andati esauriti in poco tempo. È successo per esempio con il bando Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze della vita, avviato nel 2018. Il bando è al momento chiuso per esaurimento dei fondi nella porzione che riguarda la smart factory. In questo ambito, nello specifico, ha comunque finanziato progetti rivolti verso sostenibilità industriale e produzione personalizzata.

Restano attive invece altre misure incentivanti, tra tutte il super ammortamento previsto dalla Nuova Sabatini. La Legge di Bilancio 2021 ha anzi aumentato le aliquote destinate agli investimenti tanto in beni materiali e immateriali 4.0 quanto in progetti del comparto RSID, ovvero Ricerca, Sviluppo, Innovazione e Design. Importi esatti e maggiori dettagli sono disponibili sulla pagina del MISE dedicata.

Vedi anche: Piano Transizione 4.0: le opportunità “lato software”
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Le principali aree di intervento

Dunque il piano Transizione 4.0 prende nuovo slancio e con esso gli incentivi per la modernizzazione delle aziende.

Il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza ha, del resto, tra le sue missioni proprio quella di favorire la digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. Ciò si traduce, per quanto riguarda le industrie, in interventi sia di contesto, per esempio il potenziamento della copertura in banda larga del nostro territorio, sia di supporto diretto, come appunto con le misure di incentivo sopra descritte.

Se allora un altro tassello importante del PNRR riguarda la transizione ecologica, rivestono particolare importanza alcuni temi in particolare. Per esempio l’ottimizzazione dei consumi, la creazione di circuiti di economia circolare, l’efficientamento dei cicli produttivi.

E la smart factory si muove appunto in questa direzione.

Le aree di intervento principali su cui dirigere gli investimenti sono allora quelle che puntano alla piena efficienza della propria infrastruttura aziendale. Non servono tanto strumenti ultrasofisticati, quanto sistemi fluidi e ben integrati, efficaci nel ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza.

SI può tendere alla smart factory introducendo macchinari di tipo IoT, ma anche scegliendo sistemi di gestione moderni. Soluzioni software che favoriscano appunto un più proficuo utilizzo delle risorse a disposizione. Le possibilità sono diverse, e per una volta i fondi a disposizione non mancano.

Una sostanziosa area di intervento riguarda per esempio la gestione dei dati, fattore cruciale per l’ammodernamento del manifatturiero: software di data analytics aiutano in questo senso a rendere più trasparente la filiera produttiva e permettere una gestione più efficiente.

Allo stesso tempo, i progetti di ammodernamento devono seguire un piano coerente per evitare di creare strozzature tra i diversi reparti operativi. E in questo senso si può puntare a soluzioni gestionali complete e integrate. Sistemi cioè in grado di mettere in comunicazione proficua dati e processi di ogni segmento aziendale e controllarne le performance.

Vedi anche: Green supply chain: sostenibilità e gestione della produzione
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L’importanza della gestione integrata

Caposaldo di una fabbrica intelligente è dunque l’integrazione dei processi e dei dati. Una smart factory è un sistema fluido e frictionless, in cui l’esecuzione di un ciclo produttivo è fatta in modo da minimizzare tempi di attesa e inattività. Per riuscire in questo intento, è necessario allora un approccio di stretta integrazione tecnologica.

Un sistema centralizzato permette infatti di:

  • ricavare valore da ogni segmento della filiera produttiva;
  • migliorare le comunicazioni e la capacità di risposta nei processi decisionali;
  • snellire il workflow eliminando le ridondanze;
  • creare pattern di iterazione facilmente gestibili dalle macchine.

Un sistema di gestione aziendale ben integrato, interconnesso, basato su una efficace gestione dei dati, è uno strumento formidabile di sviluppo e ammodernamento.

Mettere in Rete la filiera produttiva, gestire tutti i processi da una interfaccia unica, comunicare agevolmente con tutti gli attori della supply chain, utilizzare i dati a disposizione per prendere decisioni rapide e informate: sono solo alcuni dei vantaggi di un sistema del genere. Un modello di gestione che può davvero avviare quel processo di trasformazione dalla moderna azienda manifatturiera alla smart factory del prossimo futuro.

Enter Software agevola questo processo di transizione sviluppando sistemi di gestione a tutto tondo: software che mettono in comunicazione tutte le aree operative dell’azienda e ne seguono i differenti processi di gestione. Il risultato sono soluzioni complete e strettamente integrate, che offrono un colpo d’occhio chiaro e preciso sull’azienda nel suo complesso e nei suoi diversi comparti.

Come elementi di ammodernamento e sviluppo dell’infrastruttura produttiva, anche un investimento nelle nostre soluzioni software può essere ammortizzato con i nuovi incentivi governativi.

Scopri di più: Le soluzioni gestionali per imprese di Enter
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