Nell’incrocio tra offerta e domanda di lavoro, chi si occupa di Information and Communication Technology sembra oggi in buona posizione. Tuttavia, anche i professionisti ICT hanno i loro problemi: per esempio richieste e aspettative eccessive dei committenti. Come si conciliano, allora, le esigenze di aziende e lavoratori nel quadro della trasformazione digitale?

Il Piano di Ripresa e Resilienza che ci accompagnerà per i prossimi anni ha tra le sue linee guida la piena maturazione digitale del sistema economico italiano. Con uno sviluppo “green” e attento alle risorse impiegate, in cui la competitività verrà misurata, appunto, anche dal grado di digitalizzazione .

Per chi si occupa di ICT da tempo, una buona notizia. Per le aziende, un po’ meno. Accanto a molte situazioni di eccellenza il nostro tessuto produttivo sconta ancora diversi ritardi nella trasformazione digitale, e i nuovi parametri posti in essere costringono a una rincorsa per tenere il passo.

Una conseguenza è che l’incrocio tra offerta e domanda di lavoro pende oggi più verso la domanda. Un’altra è che ci sono molte aspettative, a volte eccessive, sul contributo che i professionisti ICT possono offrire.

Quante offerte di lavoro per sviluppatore un po’ graphic designer un po’ social media manager avete letto negli ultimi anni? E, nell’altro verso, quanti onesti programmatori si sono dovuti improvvisare esperti di Ruby, Go o Phyton per stare al passo con i tempi? Le professioni più richieste oggi potrebbero risultare obsolete tra 5-10 anni, così come accade oggi per molte di quelle che erano “in” una decina d’anni fa.

Come fare allora per far incrociare correttamente domanda e offerta nell’ICT, senza pretese irrealistiche ma anche garantendo un contributo efficace? Proviamo a vederlo.

SOMMARIO

Quali sono le professioni più richieste

“La domanda di competenze digitali interesserà sia figure professionali già esistenti quanto nuove professioni emergenti, come data scientist, big data analyst, cloud computing expert, cyber security expert, business intelligence analyst e artificial intelligence system engineer, sia le figure più tradizionali che necessiteranno di digital skill per affrontare il mondo del lavoro che cambia.” Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior

Big Data, machine learning, intelligenza artificiale. Questi i settori dove più forti sono le lacune da colmare e dove quindi sono meglio accolti i professionisti competenti. Lo confermano altri studi di settore come quelli di Anitec-Assinform, che hanno calcolato nel 2020 un +7,1% di investimenti in questi digital enabler.

Ma restano importanti anche le figure di developer e sistemista, se capaci di aggiornarsi in ambienti digitali più fluidi. E ancora, fondamentali sono le competenze di organizzazione e gestione: il lavoro cruciale svolto da project manager e scrum master o dai “manager dell’innovazione”, destinatari anche di un contributo specifico del MISE.

Queste, in sintesi, le principali opportunità di lavoro in campo ICT. Alcune aziende chiedono di avviare progetti di innovazione e trasformazione, altre di collaborare alla crescita di divisioni in fase di espansione. Quasi tutte hanno qualche difficoltà a trovare candidati per i lavori più ambiti, quelle che richiedono titoli e curriculum vitae molto specialistici.

Anche per questo molte aziende fanno scouting o formazione interna per trovare i loro professionisti. Attivano così partnership con istituti professionali o centri di specializzazione, proponendo stage, tirocini e altre possibilità di alternanza scuola-lavoro. Un buon sistema per attrarre talenti, come anche per accrescere le competenze del proprio staff.
SU

Il posto di lavoro nell’azienda del prossimo futuro

E poi c’è l’incontro concreto tra offerta e domanda di lavoro. Come può essere soddisfacente per entrambe le parti? Con un giusto trattamento economico e il lavoro duro, certo, ma non solo. Molti schemi consolidati della cultura aziendale del recente passato sono infatti poco adatti al nuovo scenario.

È chiaro che il primo sistema per far funzionare una collaborazione professionale è fornire al collaboratore gli strumenti per svolgerla nel migliore dei modi. Per chi si occupa di big data, o di machine learning, questo significa per esempio disporre di un’infrastruttura tecnologica adeguata a gestire il lavoro.

La questione però riguarda anche le condizioni in cui il lavoro viene poi portato avanti. Nell’azienda digitalizzata si lavora per obiettivi, secondo ritmi non standard e in modalità spesso remota. Il lavoro di gruppo è ancora molto importante, ma si svolge più per piccoli gruppi, con gli scrum così frequenti nei team di sviluppo, oppure in modalità decentrata.

In sostanza, l’introduzione di nuove professionalità porta con sé metodologie di lavoro differenti e a volte inedite. Gestire queste novità, e adattarle al contesto, è cruciale sia per raggiungere gli obiettivi fissati, sia per far procedere la collaborazione.

Molti professionisti di talento, oggi, si dimostrano più attenti alle condizioni di lavoro che all’effettiva remunerazione. Mentre troppe aziende provano a far procedere nuovi progetti su vecchi binari. Insomma, la trasformazione digitale si fa tanto con l’hardware e le professionalità quanto con le scelte di management.

Vedi anche: Digitalizzazione aziendale: 8 keywords per comprenderla

SU

Cosa serve ai nuovi professionisti ICT

I nuovi professionisti digitali, quelli magari al primo passo nel mondo del lavoro, portano in azienda competenze e idee fresche. Poi però devono adattarle al contesto, e non sempre riescono a farlo. Il lavoro in azienda diventa così un modo per ricalibrare le aspettative e gli obiettivi.

L’inserimento in azienda, e il coinvolgimento nei processi operativi, se ben gestito dal datore di lavoro diventa occasione di arricchimento. Il neoassunto si relaziona in team dal background differente, capisce come adattare i modelli teorici ai casi pratici, fa esperienza del tessuto produttivo in cui opera- In altre parole, matura quelle soft skills che lo rendono un professionista più capace.

Inoltre, se il quadro è quello della “trasformazione” digitale, questa trasformazione va accompagnata e spiegata. Un assunto che vale ancora meglio quando ci si inserisce in realtà solide e più “stagionate”, quelle che compongono buona parte del tessuto imprenditoriale italiano. Aziende che hanno messo a punto negli anni i loro metodi per restare produttive e competitive, e che hanno qualche comprensibile ritrosia a cambiare modus operandi.

In tutti questi casi, allora, al professionista ICT spetta un compito di mediazione e traduzione. Un lavoro per il quale servono capacità di adattamento, comunicazione e gestione dei rapporti interpersonali. Oltre che, naturalmente, le competenze per dirigere i processi verso i risultati attesi.

Vedi anche: 4 elementi che fanno funzionare bene un digital workplace
SU

Come far incontrare offerta e domanda di lavoro

L’incontro tra offerta e domanda di lavoro per le professioni ICT è quindi un processo delicato ma proficuo per entrambe le parti. Per chi è qualificato e cerca opportunità professionali le possibilità sono molte e le condizioni spesso vantaggiose. Per chi è alla ricerca di professionisti che facciano crescere e maturare l’azienda, ci sono centri di eccellenza, anche in Italia, e diversi talenti a disposizione.

In questo scenario, compito dell’azienda è offrire un ambiente di lavoro stimolante e accogliente. Compito del lavoratore è far fruttare le proprie competenze, con proposte concrete e la giusta cultura del lavoro. Precondizioni dell’incontro, il mutuo rispetto e la fiducia reciproca.

In uno scenario del genere, il rapporto tra l’azienda e (nuovi) lavoratori cresce nel tempo e in modo positivo. Un percorso di maturazione ed effettiva riuscita che offre vantaggi alla prima, nel suo percorso di innovazione, e ai secondi, per le opportunità di crescita professionale.

È quanto accade nel nostro ufficio: accogliamo diversi tirocinanti degli istituti tecnici della regione, con un interscambio proficuo per entrambe le parti, e possiamo contare anche su un team stabile e affiatato.

Per la natura del lavoro in Enter, servono professionisti capaci di interagire in contesti lavorativi anche molto diversi tra loro. Per questo nel nostro staff cerchiamo di bilanciare sempre esperienza e nuove competenze. Ne risulta un ambiente di lavoro in cui è difficile annoiarsi, e dove l’attenzione all’innovazione è elevata. Il nostro team è in continua espansione, e collaboriamo con i centri di formazione ICT del nostro territorio per favorire l’interscambio.

Per saperne di più:  Scopri come entrare nel team di Enter!
SU